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giovedì 17 gennaio 2013

"Trivo",il cantore del surrealismo..






 Ricordo la prima volta che fui scaricato da una ragazza: immaginate un giovane virgulto foggiano,fascino alla Sid Vicious con qualche chilo in più e qualche buco in meno nelle braccia,ringalluzzito e baldanzoso come il Tony Manero della Piazzetta, lustrato mostruosamente  come la cristalliera di vostra madre,attenzione ossessiva-compulsiva per il dettaglio capelli con relativa occupazione di specchi pubblici.
 Dall’altra parte arriva lei,la sfortunata figlia di Bocelli decisa ad uscire col suddetto sfigato,fisicamente accattivante e con un curriculum da far invidia alla divina Moana Pozzi da Genova.
Lui la butta sul romantico e filosofico,per tre sere di fila, celando in realtà una incapacità patologica nel prendere l’iniziativa stile Fantozzi con la Silvani(sudore alle mani e manie di persecuzione).
 Lei finalmente decide di tirare la catena dello sciacquone dedicandogli dei versi di ben servito di straordinaria leggiadria ma di cui ancora oggi si stenta a comprendere il senso;come quella dannata ossessa di Joey Potter,sedicenne travestita da Freud,gli rifila delle storie sconvolgenti sulla ricerca di se stessa e delle sue priorità,dei suoi spazi e del tempo che incalza ineluttabile,delle violenze consensuali arrecatele dagli altri ragazzi e del padre nazista che non la vuole far uscire,e della mia dannata-innata attitudine a fungere da amico fidato e comprensivo.Ed ecco,dunque,che mi ritrovai lì,stordito e attonito come una polpo appena pescato ma ancora “zerbinamente” attratto da quella strana e contorta creatura.
La musica di Trivo,eclettico cantautore foggiano, è essenzialmente questo;un assurdo,enigmatico ed indefinibile messaggio,che riesce misteriosamente ad attrarti.
L’album “Emoterapia”è una ipnotica rapsodia di mondi eterogenei,un eco che abbraccia voci confuse ,un armonico pandemonio di stili differenti.
Come un nostrano Frank Zappa,elabora un concetto musicale affrancato da qualsiasi forza tipizzatrice,che beffeggia e trascende le noiose etichette affibbiate dalla critica e che saltella sapiente e irriverente tra le diversità musicali.
Riesce nell’intento di unire raziocinio e impulso,contingenza e trascendenza,asservendo suoni robotici e psichedeliche voci di strada alla necessità melodica,all’intento musicale. Un teatro di personaggi provenienti da realtà musicali disparate,dal rock all’elettronica,dal no-sense al cantautorato,passando per la new wave,legati tra loro da un filo melodico invisibile.
La verve enigmatica e intrigante domina in toto anche l’impasto testuale,che combina ambiguità e allegoria,sottigliezza e irriverenza riuscendo  a imboccare con sorprendente dimestichezza l’impervia via dello sperimentalismo linguistico
Un  raffinato ed enigmatico dipinto surrealista,un indefinibile sinolo di rapsodia melodica e ipnosi testuale,questo è Trivo.

                            Antonio Colasanto

sabato 12 gennaio 2013

"Lacosmica"...quando il troppo stroppia!







Avete presente il ritorno dalle feste natalizie?!Credo che il povero John J. Rambo,italiano di terza generazione,sappia di cosa sto parlando;quei maledetti vietnamiti dei parenti vi hanno guarnito come tacchini nel giorno del Ringraziamento,fustigandovi pubblicamente al primo accenno di rifiuto verso una singola portata di quel banchetto pantagruelico.
A quante roulette russe siete stati condannati per colpa di quel capitone rifiutato o di quel piatto di pasta lasciato a metà,alla mercè di vostra madre sbraitante come quel dannato croupier nel “Cacciatore”.Ora siete seduti di fronte al vostro pc con quella maledetta sensazione di obesità che vi accarezza la trippa,e guardate quei deplorevoli programmi su D-Max,stile “Papà sopprimimi sono obeso”,sperando che qualcuno nella vostra famiglia faccia lo stesso con voi.
Baggianate a parte,parlo di quella spiacevole sensazione di essere appagato,sazio,satollo ma così tanto da star poi male,parlo di un bisogno che è stato soddisfatto in eccesso e che si è ormai trasformato in malessere.Questa è la sensazione che mi hanno destato  i “Lacosmica”,gruppo alternative-rock di Manfredonia,con il loro Ep “Radio a testa alta”.Un sincero e obbligatorio chapeau va concesso agli arrangiamenti:riff intriganti(come nel brano Supernova),groove portentosi e incalzanti,ritmiche malinconiche e rabbiose creano un impasto musicale generoso negli elogi e pregno di spunti interessanti.
Anche i testi divengono una innegabile fonte di attrattiva,con la loro allegorica critica sociale urlata attraverso un romanticismo rabbioso e sofferente(come in “Tienimi dentro”),che sembrano congiungersi in un unico e generale concept  incentrato sulla ineluttabile precarietà della realtà a cui l’uomo è condannato ,quell’angoscia paralizzante che domina il rapporto dell'uomo con la società e che egli stesso può trascendere e neutralizzare solo con la forza di un amore(“Miraggio nella storia siamo noi…cit.”Qarinari”).
Nonostante questi spunti positivi che ho dovuto necessariamente evidenziare,il mio giudizio sul gruppo è,nel complesso,negativo,poiché credo che esso possa raggiungere livelli musicali molto più elevati di quelli conseguiti con questo Ep.
Per quanto concerne l’aspetto vocale,per esempio,molto spesso si incorre in alcune esasperazioni che tendono a strozzare e ad ottundere in toto l’estetica dei brani.
E,purtroppo,intravedo una eccessiva uniformità e spasmodica stabilità nell'esposizione del messaggio musicale,una errata allocazione del pathos tra i vari pezzi del mosaico,cosicchè dal primo brano si raggiunge un livello di feeling che viene compulsivamente reiterato nel resto dell’Ep,senza alcun colpo di scena improvviso,condannando,inevitabilmente, chi ascolta ad annoiarsi prima o poi.Un' immensa e prelibata abbuffata alternative-rock che porta inevitabilmente ad un malessere musicale definitivo.
Spero,quindi,che questi banali e inutili suggerimenti possano minimamente influenzare il processo di crescita del gruppo;in tal caso mi propongo come suo primo sostenitore.
                              
                                      Antonio Colasanto

giovedì 29 novembre 2012

Shoe's killin'worm...il vostro regalo di compleanno!






Non so voi,ma a me i compleanni portano sempre un briciolo di tristezza. 
Quell’anno in più ti piomba sulla cervicale come una tegola dai tetti della senilità incombente;tu cammini per la casa con una coperta di lana sulle spalle e con qualche sintomo pensionistico in più.
Appaiono anche come la fiera dei ritorni e il mercato degli sconosciuti:ti ritrovi a rispondere agli auguri di gente che sembrava dispersa  all’epoca del crollo della diga del Vajont,o magari ti ritrovi a chiacchierare con un essere non identificato dal radar bacato del tuo cervello già in procinto di abbracciare la cara amica Alzheimer.
Per non parlare poi dei festeggiamenti,vero calvario di ogni anniversario che si rispetti:vieni messo in mezzo come un povero capretto da latte il giorno di Pasqua,con la gente che ti sovrasta con uno tsunami di attenzioni e tu che sorridi come un ebete rimbambito con la faccia da Pippo Baudo(sorriso mummificato e dentierato per eccellenza!).Ma quando hai finito di pulire gli ultimi resti umani lasciati a terra da quei barboni che hai invitato,quando l’ultimo campione di simpatia ti ha comunicato stile Ben Hill(con musichetta annessa)che ormai è passata mezzanotte (puntualizzazione vitale,direi)e tu torni nel solito anonimato del giorno prima,allora li comprendi che un pochino fortunato lo sei,se quegli ubriaconi perditempo dei tuoi amici adorati hanno ancora voglia di starti a saltellare attorno come se fossi un moccioso che unge ancora il suo dito nella torta(l’avete anche voi una foto del genere,ne sono sicuro!) .
Li capisci che senza quelle persone saresti in realtà un povero idiota sfigato che scrive frasi depresse sul suo compleanno!Il mio di compleanno,oltre ad avermi fatto riscoprire il valore dell’amicizia,mi ha permesso di scoprire un giovane gruppo foggiano che vorrei omaggiare con commenti più che positivi(riusciamo ad elargirli anche noi,iene “sfigate” di Coming Music).Sto parlando degli“Shoe’s killin’worm”,che tentano di emergere dal panorama musicale locale,con un electro-pop raffinato e denso di particolarità.
Ascoltando i sei pezzi del loro Ep,non posso che apprezzarne la voce morbida ed intrigante del frontman che rievoca a tratti l’ottimo Samuel Romano(Subsonica),gli arrangiamenti essenziali ma nel contempo sofisticati,e un personalissimo omaggio al maestro De Andrè.
Il linguaggio musicale viene giostrato armonicamente giungendo alla elaborazione di un prodotto finale che si presta all’orecchio di molteplici fasce di ascoltatori. A primo impatto,si percepisce la capacità comunicativa del gruppo,dotato di un anima già matura per trascendere i confini locali e per spiccare il volo verso una maggiore notorietà.Questi ragazzi foggiani riescono a far riemergere,con estro elettronico,quella credibilità che il pop ha ormai anestetizzato con iniezioni spasmodiche e maniacali di business,regredendo a mera merce di scambio di un baratto totalmente disinteressato allo sviluppo musicale.
Per il vostro compleanno,cari ascoltatori impavidi,pronti a sorbirvi sti’inutili sermoni,voglio donarvi loro,gli “Shoe’s killin’worm”.

Qui vi postiamo il link per poterli ascoltare.... http://soundcloud.com/shoes-killin-worm/sets/shoes-killin-worm-2012/

martedì 27 novembre 2012

Pumpkin Seeds...esempio di Flop Rock!!!




Hanno registrato il loro primo Demo dal titolo "The Born of Pumpkin". Pur sperando in questo breve post di dar loro la giusta visibilità, non posso esimermi da un giudizio tutto personale. Sul canale YouTube potrete ascoltare due lavori: Crazy Mind e It Will Change. Il mio parere? Leopardi scriveva: <<Anche il dolore che nasce dalla noia e dal sentimento della vanità delle cose è più tollerabile assai che la stessa noia>>.
Metterei in discussione il loro talento, quell'inclinazione naturale di una persona a far bene una certa attività, se non fosse che oggi dire ad un ragazzo non hai talento è come accusarlo di non avere un anima. Meno parole, meno rumore. Il più utile dei talenti è di non usare mai due parole quando una è sufficiente. 
Tralasciando la mediocrità ritmica e vocale, evitando commenti fin troppo severi sulle capacità musicali dei singoli, mi limito a definire la loro musica noiosa. Il punk rock da loro proposto poco si confà con la tipica partitura del genere ben strutturata, senza spazio sprecato per variazioni melodiche o parti strumentali.  Mentre divampava la pop art di Warhol, i coleotteri del rock rappresentavano la gioventù occidentale espressione di musica all'avanguardia e politica pacifista. I Pumpkin Seeds restano espressione di loro stessi.
Un pop rock che ha poco del rock e poco del pop, figuriamoci del punk, definiamolo un pop-corn o un flop rock, ma non parliamo di punk rock!

Neka e l'urlo mestruale!




Tutti gli uomini,in primis gli ebeti con complessi di abbandono e carenze di affetto patologiche(tra i quali gelosamente pretendo di inserirmi)trascorrono parte della loro esistenza alla ricerca spasmodica e affannosa della povera martire che genererà  il loro regale discendente.
Ora,nella gabbia di matti perversi e trogloditi alias mente dell’uomo post-pubertà,viene ad essere idealizzata la figura enigmatica,a tratti mistica,della donna che,sgomitando,spodesterà la cara adorata idolatrata mammina dal centro dei pensieri.
Dunque,immaginate quei periodi di abbattimento,di insoddisfazione,di scoramento(il motivo può essere solo uno,a voi il resto donne!!)dove gli uomini vagano come tanti barbuti Alice nel paese delle seghe mentali  e stanno li buttati sul sedile dell’auto con la faccia di Tom Hanks in Philadelphia;qui la nostra povera prescelta dovrà trasformarsi nella versione “trombabile”di Madre Teresa di Calcutta(stento ad immaginarla)pronta a scendere dalle vaste distese eteree e,con atto divino, a dispensare loro misericordia divina e a caricarsi sulle spalle 70 kg(quando le va bene)di pura parodia alla depressione!
Il bello,poi,viene quando il maschio è eccitato come un macaco africano adulto e cola bava dalla bocca come il lama del Perù;qui la nostra martire dovrà trasformarsi in Selen la regina degli elefanti e soddisfare ogni sua perversa brama stile Tinto Brass,con qualche anno e chilo in meno,ma rigorosamente col sigaro in bocca!Ma basta un solo evento,nella vita di ogni essere femminile,che ci consente di recuperare in toto la dignità di poveri maschi bastonati e arrapati. Una parola,CICLO.
Alla voce vocabolario meriterebbe una simile dicitura:”l’essere etereo,da voi tanto venerato,si trasforma misteriosamente nella protagonista dell’”Esorcista 3”con grida da invasata schizzofrenica impossessata da qualche demonio competente nel settore femminile”.
Ora,c’è da chiedersi,se la voce del cantante dei Neka(gruppo brutal/death metal foggiano),prenda ad esempio l’urlo agghiacciante della creatura malefica mestruante. Per carità,comprendo e condivido il fatto che la musica utilizzi vari strumenti per suscitare emozioni in chi ascolta. Ma il vostro messaggio qual è?!
Risvegliare il demone nascosto nel corpo di ogni donna(poveri voi)?!
O magari ingraziarvele e ricevere per lo meno uno sconto sulla pena che incombe inevitabilmente sulle vostre teste?Oh Signore,i vostri arrangiamenti sono agghiaccianti:riesco a percepire solo chitarre sodomizzate e sintonizzate sulle note più cupe esistenti in natura,una batteria che viene trucidata con raffiche di kalashnikov che farebbero invidia a Scarpuzzedda in via Carini,una musicalità di fondo che viene totalmente imbavagliata da un rumore devastante e a tratti soffocante.
Mi rimetto al vostro giudizio di esperti in materia,perché non riesco minimamente a comprendere la ratio insita nel vostro linguaggio musicale,se non quello di passepartout per un viaggio gratuito nei manicomi riaperti per l’occasione. Spero seriamente che i miei dubbi siano sciolti,poiché molto probabilmente è una forma di ignoranza imputabile al sottoscritto.
Ma, in caso contrario, cercherò di contattare le vostre ragazze,ne sapranno sicuramente qualcosa!

Lady Reaper....30 sec non di più!!!



"The gods made heavy metal and it's never gonna die!", così parlarono i Manowar.
Riassunto:  L'heavy metal non morirà mai!
Ecco, diciamo che se l'heavy metal dipendesse unicamente da loro, avrei qualche dubbio, se non altro crederei fosse in coma. Premetto, non impazzisco né per l'hard rock, né per il metal. E' un genere che poco si presta a variazioni e slanci di creatività, ma sicuramente è un genere nobile. Espressione di un sentimento combattivo e di protesta verso un sistema che fa schifo. Una guerra da combattere ogni giorno, un fucile da abbracciare ogni mattina pronto a far fuoco verso la merda che ci circonda. Non è annacquato. Non si è infighettato. Non si è rammollito. L'heavy viene suonato dal cuore, al cento per cento.
I Lady Reaper seppure musicalmente abbastanza validi, propongono un sound orecchiabile, ma che resta decisamente piatto, poco interessante, forse causa di un lavoro artistico poco interessato. L'ascolto è piacevole per i primi 30 secondi, soporifero per i restanti.
Cosa sarebbero stati i Manowar senza l'Iliade di Omero o Joey DeMaio senza la musica di Wagner. L'hard rock, così come il metal sono frutto di ricerca, di attenzione, di lavoro...senza rivoluzione non si fa il metal e le rivoluzioni vanno pensate, ragionate, ponderate.
Se la musica è troppo alta, sei troppo vecchio. Lady Raeper, alzate pure il volume, date musica alle vostre grida, ma cortesemente dite qualcosa!!!

venerdì 23 novembre 2012

Immortadell,heavy al sapore di braciola!






Inserite la retromarcia nella vostra macchina dei ricordi(e attenti a chi c’è dietro!).
 Ricordate quando vostra madre,Fulher indiscusso della vostra dimora,vi impediva a suon di selciate,di pronunciare parole in dialetto??!!. 
Come la signorina Rottermeier, in preda ad un esaurimento nervoso per dover spingere come un carrello al supermercato quel rottame petulante di Clara Seseman(l’unica invalida a meritare un bel tuffo tutto compreso nelle cascate del Niagara),tramortiva le vostre falangi al solo sibilo vernacolare,urlandovi addosso con la ganascia dentata stile Steve Tyler(che,a quanto sembra,mangia la Nutella anche con le orecchie)e costringendovi a chiedere la grazia con decreto firmato dal Presidente della Repubblica??
A pranzo,poi,eri costretto a vestirti da Umberto Eco,discorrendo con la Madame De Stael col grembiule da casalinga,riguardo a quei cattivoni dei neologismi(che dovrebbero fustigarli!!) che hanno rovinato la nostra bella lingua,!
Ma,varcato l’uscio di casa,impostavi il cervello in modalità “animale da cortile”e ti trasformavi improvvisamente in un incrocio tra il figlio illegittimo di Gianni Vezzosi e il nipote acquisito di Cutolo e comunicavi con i tuoi simili,con suoni gutturali stile scimmia bergamasca incazzata!Bene,c’è chi vi ha vendicato.
C’è chi vi ha ripagato di tutte quelle padellate nei reni,di tutte quelle preghiere recitate in lingua vulgare con le ginocchia sulle fave(appena raccolte da vostro nonno),di quegli urli di Chen nei padiglioni auricolari con mosse di karate annesse!
La vostra rivincita si chiama Immortadell,che a suon di heavy reimpostato in modalità “Fuggi da Foggia”,condannerà vostra madre ad un corso full immersion di comprensione della nobile lingua del Tavoliere!Sarà un pò come discutere coi Motorhead sul perchè le squadre di Zeman si svegliano sempre in primavera,sarà come riportare in vita Dimebag Darrell e fargli fare un giro in piazzetta,sarà come vedere Ozzy Osbourne strappare a morsi un pezzo di braciola e lasciare il pipistrello a Tony Iommi.
Con intelligente autoironia,la band riesce a domare la astrusa e arabeggiante creatura dauna e ad addomesticarla con riff portentosi e groove pulsanti all’ennesima potenza,creando un messaggio irriverente e apprezzabile persino dai non autoctoni della selva oscura foggiana.
La band non desidera sfilare nei bei salotti impomatati dei concorsi giovanili e non si sente investita del dono divino di rivoluzionare la società a suon di testi musicali(come purtroppo qualcuno crede di fare non avendone le capacità).
Non si propongono come nuovi signori pionieri di un genere  d’elite,e non mirano affannosamente al placet dei benpensanti.
La loro unica ragione musicale è destare una spontanea risata del pubblico,merce rara in un clima serioso che,oramai,sembra investire tutto e tutti.
E dunque,mentre la macchina politica italiana continua imperterrita a divorare soldi pubblici,smettiamo un attimo di pensare e mangiamoci stà braciola!