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lunedì 19 novembre 2012

“Nastenka aspetta un altro” e il paradosso della critica!!




C’era una volta,un gruppo di ragazzi che trascorreva il proprio tempo,sferzando critiche contro tutto ciò che li circondava,distruggendo con la forza della parola tutto ciò su cui essi posavano lo sguardo. Persone,animali,oggetti,nulla sfuggiva a quella spada di Damocle che essi lasciavano cadere spietatamente,ergendosi a unici giudici supremi dell’esistenza. 
Un giorno però,si accorsero di aver giudicato tutto ciò di cui il mondo è costituito. Vagavano come lupi affamati, in cerca di cibo per il loro cinismo,ma niente,tutto era già condannato,calpestato,divorato dalla loro insanabile bulimia giudicante. 
Dunque,rimasti privi di un vittima da sacrificare all’altare del proprio arbitrio,non videro altra soluzione che assalirsi l’un l’altro,come esseri assuefatti e dominati da un’unica brama irrefrenabile,insaziabile. Alla fine,ognuno di essi,morì in solitudine, condannato ad essere il giudice implacabile di se stesso,divorato internamente dalla sua stessa implacabile fame. 
Questa idiozia che la mia mente ha partorito,è il “paradosso della critica”.
La critica è giusta,sana,positiva,quando sia funzionale alla rinascita della fenice dalle ceneri dal passato,quando sia lo strumento attraverso il quale l’uomo possa superare quegli ostacoli ,che egli non riesce a vedere coi propri occhi,lungo il cammino della crescita.Ma,a malincuore,assistiamo spesso all’abuso del giudizio,all’eccesso dell’opinione.
Si critica perché si è pervasi dall’invidia,si critica per ottenere consensi,si critica perché  va di moda,si critica perché è l’unica forma di comunicazione compresa..
I “Nastenka aspetta un altro”,gruppo foggiano di recente nascita,sono l’essenza,il frutto del “paradosso della critica”.Un piccolo teatrino di fredda  politicizzazione musicale,un tetro comizio politico imbellito di note,un linguaggio musicale violentato da idee politiche gettate nei testi come fossero carcasse sul tavolo di un macellaio,assenza di un reale messaggio di fondo,dissimulata dietro luoghi comuni triti e ritriti. Non c’è nulla che sia lontanamente accostabile al concetto musicale,ma solo la rabbia di una voce che spara alla cieca su tutto ciò che vede,un rapido ritratto di macerie,cupo e violento,senza alcuno spiraglio di luce.
 Sento già rimbombare nella testa le parole di accusa che mi verranno rivolte per ciò che sto scrivendo;per questo vi facilito il lavoro,mi criticherò da solo!
Sono un ignorante,perché riesco ad apprezzare la musica quando parla di bazzecole ridicole ed inutili come i sentimenti umani;
sono un ignorante perché non mi sento schiavo dell’esigenza di ascoltare da un artista parole come inflazione o CO CO PRO(I miei professori sono più che sufficienti!);
sono un ignorante perché credo che cantautori come Guccini e De Gregori siano riusciti a incorniciare l’impegno politico e sociale in una quadro musicale gradevole,senza ergersi su un palco come boriosi e saccenti“grillini”;
sono un ignorante perché credo che la gente abbia bisogno di vedere nella musica soprattutto uno strumento di evasione,e non un freddo monologo che gli ricordi quanto faccia schifo la società odierna .
Devo essere davvero ignorante,se non riesco a capirvi minimamente!

3 commenti:

  1. ...auto celebrativo quanto altisonante!

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    1. anche un po fascista,secondo me,che ci sta sempre bene!

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    2. Uno dei gruppi piu scarsi della provincia

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