La parabola musicale, dai primi anni '90 a questa parte è sempre la stessa...."e Lui, creò dallo sterco, le boy band e disse loro, infettate la terra con i vostri piagnistei da adolescenti in calore”… di lì in poi, abbiamo visto avvicendarsi nello sconfortante panorama musicale odierno, i soliti quattro tipetti dalle voci angeliche stile “coro di evirati sodomizzati”, vestiti alla moda e circondati (ahimè beati loro) da una schiera di giovani arrapate urlanti.
Ora è toccato a loro, questi cinque bimbi-minchia inglesotti, scalare le classifiche e dar vita al solito fenomeno musicale globalizzante… Stadi pieni, soliti balletti da scimmie robotiche e, tutto ad un tratto, ti ritrovi in tv a parlare degli italiani e di quanto sono bravi a cucinare (anzi, se c’è un ristoratore che si trovi faccia a faccia con costoro, potrebbe riscoprire il vecchio immortale stile degli avvelenamenti); ma, come la storia musicale ci ha insegnato (a parte sporadiche eccezioni), prima o poi la macchina sputa soldi marchierà loro a fuoco col timbro delle “meteore”.
Perchè, nell’attuale business musicale è sicuramente facile lobotomizzare quattro giovani ascoltatori, vestiti come te, ma è molto più semplice ricadere nell’anonimato, non appena quel vestito diventa fuori moda.
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